
Tipo: Teatro
14 maggio 2020 - 17 maggio 2020
Dell'omonima e ben più celebre opera di Pergolesi, la Serva padrona di Paisiello rappresenta un'interessante variante del modello che segnò la nascita dell'opera buffa.
La mancanza di libretti fu uno dei principali problemi affrontati dal musicista durante gli anni trascorsi alla corte di Russia (1176-84) e, come spiega lo stesso compositore in una lettera a Ferdinando Galiani nel settembre 1781, “Per non avere qui né poeta né libri, sono stato costretto di mettere in musica La serva padrona fatta tanti anni fa dal fu Pergolesi”.
Rispolverando per l’onomastico del granduca Alessandro (allora bambino di quattro anni) il libretto già musicato da Pergolesi nel 1733, Paisiello fece comunque qualche aggiunta e mise mano alla strumentazione avendo a disposizione l’eccellente orchestra imperiale certamente più ricca rispetto ai soli archi di Pergolesi.
Nella nuova partitura troviamo infatti un largo impiego di strumenti a fiato (flauti, oboi, clarinetti, fagotti e corni, tutti in coppia), usati tanto per il ‘ripieno’ quanto per i dialoghi concertanti, nei quali Paisiello è maestro. Di fronte al pubblico della corte imperiale il musicista rinunciò a una comicità eccessivamente chiassosa e caricata, ovvero a quel carattere «trop napolitain» che qualcuno gli aveva già attribuito.
Source © Teatro San Carlo
Regista: Carmine Pinto
Direttore: Mariano Bauduin
Interpreti:
Filippo Morace
Rossella Locatelli
Ernesto Lama
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