
Tipo: Film
05 aprile 2018 21:00 23:00
L’AMATORE di Maria Mauti. Genere Documentario - durata 90 minuti. Italia, 2016
Serata in collaborazione con l'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia.
(conservare il biglietto per autocertificare 1 CFP su im@teria).
Biglietti: 5,00 euro intero e 4,00 euro ridotto
Per prenotazioni e prevendite: www.nuovoeden.it > ACQUISTO BIGLIETTI
Per prenotazioni: call center tel. 199208002 (dalle 10 alle 21, tutti i giorni)
La memoria di Piero Portaluppi, architetto milanese di grande fama durante il ventennio fascista, riaffiora attraverso la riscoperta della sua opera nel presente e del suo diario filmico, un archivio inedito in 16mm girato e montato nel corso di una vita. Uomo di fascino e potere, Portaluppi attraversa un’epoca grandiosa e tragica con distacco e ironia, danzando sulle cose e creando bellezza. La Storia avanza implacabile, trasformando in maniera radicale lo scenario in cui si muove l’eclettico artista e la sua grande famiglia.
L’Amatore è la storia di un seduttore, un uomo dalle insolite ossessioni, che un giorno compra una cinepresa, nel 1929, e da allora non smette più di filmare e montare la realtà che lo circonda. Il suo nome è Piero Portaluppi e fu uno degli architetti di maggior fama durante l’epoca fascista. Arriva al successo grazie all’eccezionale fortuna che nel ventennio travolge l’arte a cui si dedica, l’Architettura. Portaluppi è prima di tutto l’architetto dell’alta borghesia, un uomo che arriva a tutto ciò che desidera, successo, potere, donne, talento, ma con la guerra perde quello che più conta nella sua vita. La Storia irrompe implacabile nell’esistenza dell’uomo. Suo figlio muore nei mari di Algeri. La sua vena creativa si spegne irrimediabilmente. La storia segue il filo portaluppiano, la sua attitudine a danzare sulle cose, e nello stesso tempo rivela il lato drammatico degli eventi, priva di un lieto fine. Eccellenza e miseria si confondono. Fragilità e potere. Il film nasce da un fatto. Per più di trent’anni dalla sua morte, le pellicole in 16mm di Piero Portaluppi, filmate e montate nel corso di una vita, sono rimaste chiuse in una cassapanca. Un piccolo tesoro nascosto. Il film è la rilettura di questo diario filmico, come un taccuino di appunti che ci restituiscono il suo sguardo sul mondo.
Note di regia:
“Quando più di dieci anni fa un pronipote di Piero Portaluppi, scoprì le cento bobine dentro una cassapanca, fu dato a me il compito di visionare tutto questo materiale. Nessuno sapeva cosa contenessero. Mi sono avvicinata non sapendo cosa avrei potuto incontrare, con il pudore che sentiamo quando ritroviamo i diari segreti di una persona e ci chiediamo se abbiamo il diritto di addentrarci nella sua vita. Guardai i fotogrammi in una vecchia moviola, annotai i luoghi, le date, i titoli che Portaluppi mi indicava nelle sue didascalie. E presto mi resi conto che quelle bobine erano state montate perché qualcuno le guardasse. Al punto che i loro contenuti potevano essere riscostruiti anche senza la presenza del cineamatore.
Per tutti questi anni la sensazione delle immagini che avevo visto mi ha accompagnato. Portavo impresso un senso di piacere e di solitudine che mi avevano lasciato, l’impressione che questo materiale per immagini mi aveva restituito dell’uomo”.
Potrebbero interessarti anche: