Un industriale biellese e l’affermazione della fotografia in Italia - Biella - fino a febbraio 2020


Un industriale biellese e l’affermazione della fotografia in Italia - Biella - fino a febbraio 2020
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Fondazione Sella - Via Corradino Sella, 10, Biella - Piemonte

Categorie: Fotografia
Tipo: Mostra

Quando
11 ottobre 2019 - 02 febbraio 2020

Prezzo: Intero: 7€
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L’altra macchina: un industriale biellese e l’affermazione della fotografia in Italia

Promossa da Fondazione Sella nell’ambito di un articolato progetto di valorizzazione del proprio archivio storico dal titolo Da Archivio a risorsa comune, finanziato da Compagnia di San Paolo (principale sostenitore) e da Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, la mostra L’altra macchina. Un industriale biellese e l’affermazione della fotografia in Italia – a cura di Pierangelo Cavanna, storico della fotografia – inaugurata il 10 ottobre, rimarrà aperta al pubblico fino al 2 febbraio 2020; per i gruppi e le scolaresche è invece visitabile su appuntamento fino al 28 febbraio.

Fotografia e industria si incontrano nella figura di Giuseppe Venanzio Sella (1823-1876), nella quale plasticamente si celebra il legame tra i due universi, tra le diverse macchine della modernità: le filatrici e i telai meccanici da un lato e le apparecchiature fotografiche dall’altro. Sella infatti riunisce in sé il duplice ruolo di industriale laniero, titolare di quello che all’epoca era lo stabilimento più avanzato del Biellese, e di fotografo tanto sensibile quanto attento sperimentatore di tutte le innovazioni tecnologiche, ciò che lo rende uno dei protagonisti della nascente cultura fotografica italiana, specie per quanto riguarda la produzione manualistica.

Nel secolo dell’industrializzazione, la nascita e il progressivo consolidarsi della pratica fotografica costituiscono elementi centrali del più ampio processo di modernizzazione che ha segnato l’Europa e l’Italia nel corso del XIX secolo, trovando nel Biellese una delle più significative aree di sviluppo. Giuseppe Venanzio Sella – fratello di Quintino e padre di Vittorio, che seguì le sue orme – forte delle competenze tecniche e chimiche che determinarono il successo della sua impresa, fu industriale di respiro europeo, colto e aperto all’innovazione, fotografo e divulgatore della nuova tecnologia dell’immagine, al centro di una fitta rete di relazioni e conoscenze in ambito internazionale – Londra, Parigi e le nostre maggiori città. Fu autore del Plico del fotografo, il primo completo trattato della disciplina pubblicato in Italia (1856) e a breve tradotto in francese nell’Enciclopedia Roret.

La mostra illustra l’opera a cui l’imprenditore si dedicò in ambito fotografico e il contesto socio-culturale dell’affermazione della fotografia in Italia. Si articola in un percorso narrativo che culmina nella presentazione di una preziosa selezione di originali fotografici tra i quali
alcuni dei primi dagherrotipi biellesi di ritratto e di veduta, tre calotipi di W.H.F. Talbot –
padre inglese della fotografia – e il corpus completo della produzione fotografica di G. V.
Sella: dai ritratti di famiglia alle vedute torinesi e biellesi.

La mostra si propone di delinearne il ruolo complesso e di presentare il prezioso patrimonio di opere lasciato dall’autore che fu il primo a riconoscere la necessità di dar conto e di spiegare teoricamente le caratteristiche di quei “lavori [che] continuarono con una specie di furore in tutte le direzioni, in tutte le specialità che formano lo scopo delle occupazioni del fotografo”, come scriveva nell’introduzione del Plico del fotografo.

La sua opera, certo non ignota agli storici della fotografia, è stata sinora meno considerata di quella del figlio Vittorio, grande fotografo di montagna ben noto anche al pubblico dei non addetti ai lavori. Per questo la mostra attuale, che intende collocare G.V. Sella nel contesto sociale e culturale in cui ha operato, rappresenta anche una specie di risarcimento storiografico della figura di questo pioniere che seppe coniugare l’attività imprenditoriale con la ricerca applicata alla fotografia, in un comune intento di partecipazione civile alla crescita culturale di una nazione in formazione.

La sede espositiva si trova all’interno dell’antico Lanificio Maurizio Sella – complesso architettonico, oggi del gruppo Sella, che ospita da secoli attività produttive – le cui immagini scattate da Sella saranno in mostra a suggello del legame tra sviluppo industriale e nascita della fotografia.

La Fondazione Sella onlus raccoglie, conserva e valorizza un vasto archivio documentario e iconografico che mette a disposizione degli studiosi. Fondata nel 1980, ha sede a Biella negli immobili dell’ex Lanificio Maurizio Sella, lungo le rive del torrente Cervo, e riceve da sempre il sostegno del gruppo Sella. Oltre al principale fine di conservare e catalogare i documenti dei suoi archivi, la Fondazione ne cura la valorizzazione volta alla diffusione della conoscenza e all'approfondimento dei contenuti.
Con questo proposito la Fondazione ha intrapreso un percorso di rafforzamento della propria identità pubblica, di maggiore dinamicità e apertura verso un’utenza più vasta e giovane. Il progetto Da archivio a risorsa comune, ideato e promosso dalla Fondazione con il supporto finanziario di Compagnia di San Paolo - principale sostenitore - e di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, intende evidenziare il ruolo fortemente identitario che il patrimonio culturale e fotografico della Fondazione Sella ricopre sul territorio locale e non solo.

Informazioni
La mostra è aperta sabato e domenica (10-19) o in altri giorni su appuntamento.
Prezzo biglietto: 7 euro, salvo riduzioni.
Per i gruppi e le scolaresche è invece visitabile su appuntamento fino al 28 febbraio.
fondazionesella@fondazionesella.org

segnalato da Ufficio stampa
Spaini&Partners
www.spaini.it tommaso.spaini@spaini.it - 3400510214

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